Per chirurgia della mammella (o chirurgia senologica) si intende il trattamento chirurgico di alcune malattie che interessano la zona della mammella. Le sue aree di applicazione più specifiche riguardano in particolare la terapia del cancro mammario ed il campo plastico-ricostruttivo. Più in generale, la chirurgia oncologica rappresenta uno dei pilastri sui quali si basa la terapia del cancro mammario.
La storia degli interventi alla mammella è stata contrassegnata da varie tappe coincidenti con l’evoluzione delle conoscenze mediche e con alcune importanti scoperte in questo campo. Ciò ha consentito di giungere ad una tipologia di interventi che offrano alla donna una concreta possibilità di guarigione, nel massimo rispetto della sua integrità fisica.
Oggi si è affermato il concetto di diagnosi pre-clinica, intesa come capacità si svelare il tumore prima che si renda evidente con manifestazioni visibili. In questi casi non solo è possibile una chirurgia poco o affatto demolitiva, ma aumentano in modo significativo le percentuali di sopravvivenza e di guarigione. Non a caso, in chirurgia oncologica, e soprattutto in quella mammaria, la scelta dell’intervento è subordinata allo stadio in cui la malattia viene diagnosticata.
Una consapevolezza raggiunta grazie a diversi elementi:
Terapia chirurgica e medica
Le attuali vedute in tema di terapia chirurgica del cancro mammario prevedono, in generale, che i tumori svelati in fase iniziale e quindi piccoli possano essere trattati con interventi conservativi lasciando le mastectomie alle neoplasie estese.
Le linee guida del trattamento chirurgico del cancro della mammella prevedono una serie di interventi inquadrati rigidamente in protocolli:
La terapia chirurgica rappresenta il momento principale ma non unico del percorso terapeutico. Ad essa, ed in base ad una serie di ulteriori valutazioni, possono essere associate altre terapie, dette adiuvanti che aiutano l’organismo a combattere le probabili micrometastasi già presenti all’atto dell’intervento chirurgico.
L’opportunità e il tipo di terapia adiuvante vengono valutati in base alla stato di coinvolgimento dei linfonodi, allo studio dei recettori ormonali, all’età ed allo stato menopausale della donna. Un caso a parte è rappresentato dai tumori in fase particolarmente avanzata e corrispondenti allo stadio IV, nei quali è opportuno sottoporre la paziente ad alcuni cicli di chemioterapia o radioterapia finalizzata a ridurre la massa tumorale e quindi solo in un secondo momento, se necessario, alla mastectomia radicale. La terapia che precede l’intervento viene detta terapia neoadiuvante.
Occorre sottolineare l’importanza di un approccio corretto dal punto di vista etico e psicologico alla malata oncologica. Lo specialista, nella programmazione dell’iter terapeutico, che potrebbe prevedere anche la mastectomia totale, e che deve essere esaurientemente esposto e spiegato alla donna, avrà l’accortezza di inserire il momento ricostruttivo come conclusione possibile se non naturale del percorso chirurgico. In questo modo, otterrà dalla paziente un consenso informato più convinto ma soprattutto la aiuterà a superare il trauma, psicologico ancor prima che fisico.
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